CELEBRAZIONE DEL GIORNO DEL RICORDO

10 FEBBRAIO 2021

Data di pubblicazione:
10 Febbraio 2021
CELEBRAZIONE DEL GIORNO DEL RICORDO

"delle foibe, dell'esodo e della più complessiva vicenda del confine orientale".

Anche in questa giornata, come in quella appena trascorsa nella quale abbiamo ricordato le vittime della Shoah, siamo tutti interrogati sul senso, il significato di questi tragici avvenimenti.

La memoria di ciò che è avvenuto non deve spegnersi, deve essere sempre presente, viva, di stimolo e monito all’azione.

Vi propongo uno stralcio del discorso dell’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano pronunciato in occasione di questa ricorrenza nel 2007 e una poesia di Fabio Magris. Penso che descrivano in modo completo e profondo quanto avvenuto  in Istria, Venezia Giulia e Dalmazia luoghi simbolo nei quali si è consumato l’orrore della risiera di San Sabba  e delle foibe.

 “ Va ricordato l'imperdonabile orrore contro l'umanità costituito dalle foibe, ma egualmente l'odissea dell'esodo, e del dolore e della fatica che costò a fiumani, istriani e dalmati ricostruirsi una vita nell'Italia tornata libera e indipendente ma umiliata e mutilata nella sua regione orientale. E va ricordata - torno alle parole del Professor Barbi - la "congiura del silenzio", "la fase meno drammatica ma ancor più amara e demoralizzante dell'oblio". Anche di quella non dobbiamo tacere, assumendoci la responsabilità dell'aver negato, o teso a ignorare, la verità per pregiudiziali ideologiche e cecità politica, e dell'averla rimossa per calcoli diplomatici e convenienze internazionali.”

Fabio Magris -  poesia sulle foibe -

“Ossa spezzate, atroci agonie, l’uomo ha superato Caino. Come bestie torturate, legati ai polsi con vile fil di ferro, gettati ancor vivi nell’oscurità. Massacro senza limiti, sterminio, carneficina, eccidio, genocidio, inumani vendette, stragi e rappresaglie coperte da anni e anni di silenzio per politiche infami. Ora, nei prati di Basovizza, un masso di pietra carsica sigilla la vergognosa tomba dei dodicimila infoibati. Non si odono più tormentosi lamenti ma solo frusciar del vento e... poco lontano un ragazzino sorridente fa volare il suo aquilone. " 

E’ evidente che la nostra speranza non può consistere nelle ideologie che,  particolarmente in questi luoghi, hanno dimostrato il loro completo insuccesso ma solo in una unità di popolo che guardi al bene comune, affondando le radici nella tradizione Cristiana che ha generato i valori della nostra cultura, dell’Italia e dell’Europa.

Cuveglio, 10 Febbraio 2021

Ultimo aggiornamento

Martedi 09 Febbraio 2021